Faccio questo lavoro da quasi trent'anni anni. La mia formazione è in Antropologia Esistenziale. Ho scelto questo lavoro per passione, lasciando la mia precedente professione di Ingegnere. Sono contento quando con le mie consulenze o con l'analisi riesco ad aiutare le persone ad essere se stesse, superando paure e blocchi.

Iscrizione all'Ordine degli Psicologi della regione Lazio n°3052

martedì 16 aprile 2013


Lettura cosmoartistica del film:
“The golden bowl”
                      di James Ivory
Osservando la bellezza di un fiore o la varietà dei colori delle piume di un uccello, ascoltando il suo canto si rimane sconcertati per la varietà della bellezza che esiste in natura. Le piante, gli animali sembrano spinti da una forza invisibile a creare meraviglia. Le api vanno nei fiori più belli per cogliere il nettare e la bellezza, così come la forza rappresenta un vantaggio da un punto di vista evolutivo. Anche l’uomo ne è attratto e da sempre va in giro per il mondo a cercare di catturarla e possederla. La guerra di Troia, scoppiata a  causa della fuga di Elena dal suo consorte Menelao, può essere intesa come una metafora che racconta il desiderio dell’uomo di recuperare la bellezza perduta. Elena era la donna più bella della Grecia e i re elleni avevano fatto un patto di reciproca solidarietà, un patto per la bellezza.
L’uomo oltre ad essere attratto dalla bellezza ha anche una grandissima capacità creativa. E’ l’animale che ha la maggiore carica distruttiva, ma anche la più grande capacità creativa. Attraverso la sua capacità artistica ha saputo creare opere d’arte immortali che vivono di vita propria e sono capaci di sviluppare una bellezza che crea un campo d’energia particolare.
Il magnate Adam Verver, uno dei protagonisti del film “ The golden bowl” è un miliardario americano che ha una grande passione, quella di andare in giro per il mondo per comprare opere d’arte di cui è un grande estimatore.
Ha un sogno, quello di realizzare ad American City, un grande museo dove mettere in mostra tutte le opere d’arte che ha comprato in tutti i suoi anni. Ha fatto la sua fortuna con il gas facendo lavorare i suoi dipendenti: 12 ore al giorno, sette giorni alla settimana. Adesso, da vecchio, vuole restituire qualcosa agli abitanti di American City.  Attraverso il museo egli è convinto di fare la cosa giusta. E’ il suo modo per esprimere gratitudine ed è anche la possibilità di potere condividere la gioia che lui prova a contatto con quelle opere d’arte.
Se quello era il sogno di Verver quale indicazione possiamo avere per migliorare la nostra vita? Dobbiamo affermare che bisogna affrontare molti ostacoli ed essere appassionati, così come mostra Adam che tutti i giorni pensa al suo museo e a come renderlo più bello e più godibile.
Quali sono questi ostacoli?  
I più facili da scoprire sono i sensi di colpa, i più difficili sono le pretese. Altri ostacoli sono la menzogna, la gelosia, la vendetta e i veleni esistenziali.
Un altro ostacolo è la concezione dell’amore che domina i nostri pensieri e che può trascinarci nella bruttezza. Nell’occidente siamo dominati dall’idea dell’amore-passione che è solo una delle forme dell’amore.
Il film “ The golden Bowl” può essere considerato un trattato dove viene mostrato come passare dall’amore incestuoso all’amore maturo vivendo il passaggio dell’amore passione.
Il film, tratto dal romanzo di Henry James, narra la storia di due coppie che all’apparenza vivono una situazione che sembra perfetta ma nella realtà c’è una bruttura che potrebbe distruggere tutto. Un po’ come la coppa dorata che sembra perfetta, ma in realtà ha un’incrinatura che le fa perdere valore.
All’inizio del film vediamo un momento della storia della famiglia Ugolini.
Il Duca Ugolini, informato da uno dei suoi figli, scopre la moglie e il figlio prediletto mentre fanno all’amore. La reazione è la morte per entrambi.
Passano gli anni e un discendente della famiglia Ugolini, Amerigo, un principe romano squattrinato, ha deciso di lasciare Charlotte per sposare la giovane ereditiera Meggy, figlia di un miliardario americano.
E’ un matrimonio combinato da un’amica comune, Fanny.
I matrimoni combinati sino al Settecento erano la norma. Amerigo non ha un soldo e quindi realisticamente ha deciso di rinunciare all’amore in cambio di una vita agiata e alla possibilità di restaurare il suo vecchio palazzo.
Meggy invece è profondamente innamorata del suo bel principe e non vede l’ora di realizzare il suo sogno. Durante i preparativi del matrimonio invita una sua amica di studi, Charlotte, per presentarle il suo futuro sposo, ma non sa che tra i due c’è stata una storia. Fanny non le ha detto nulla per proteggere la sua innocenza.
E’ così contenta ed ingenua che propone ad Amerigo di accompagnare Charlotte a fare acquisti. Così i due andranno in giro ed entreranno in un negozio d’antiquariato a cercare un regalo. Vedranno una coppa d’oro ma non la compreranno perché si accorgono che è incrinata.
Nel negozio Charlotte mostra d’essere ancora innamorata. La sua passione non si era ancora spenta. Amerigo però si mostra leale al suo impegno e quindi non incoraggia i sentimenti di Charlotte. Passano gli anni e Meggy e Amerigo hanno un figlio e sembrano vivere una vita serena. Amerigo è un buon padre e lei si dimostra una moglie attenta alla felicità del marito. Sentendolo triste capisce il desiderio del marito di tornare in Italia e lo aiuta a ristrutturare il vecchio palazzo. La donna ha un grande cruccio. Ha un forte legame col padre. Si sente responsabile della sua felicità. Non sopporta vederlo solo. Quando da Londra giunge una lettera del padre che comunica la sua intenzione di sposare Charlotte, lei si sente molto felice perché così il padre avrà una compagna.
Charlotte però ha sposato Adam per stare più vicino ad Amerigo e quello che sembrava una soluzione perfetta in realtà si dimostrerà una miscela esplosiva.
Amerigo ha rinunciato alla passione per un piano di realtà. Sente nostalgia per i cieli azzurri italiani. Si sforza in tutti i modi di vivere la vita assecondando i modi di pensare della moglie e tutto questo comincia a stargli stretto. Charlotte è invece il fuoco, l’Eros, la passione, la seduzione. Dentro ogni essere umano c’è la necessità di sviluppare sia la parte affettiva, quella della tenerezza, che la parte erotica, passionale. Molto spesso avviene che queste due linee di sviluppo siano vissute in maniera scissa. A volte è necessario viverle separatamente per poi cercare di unificarle. C’è una sofferenza nella vita di Amerigo, c’è una mancanza. L’occasione per fare emergere il desiderio è l’invito a una festa. Adam non ama la vita sociale. La giovane moglie è molto desiderosa d’andare e Meggy non vuole lasciare il padre da solo. Così alla festa andranno Charlotte e Amerigo e la forza dell’attrazione incestuosa si potrà manifestare. Padre e figlia da una parte e genero e suocera dall’altra. Se la prima relazione si manifesta solo su un piano mentale ed affettivo, la seconda troverà il modo d’esprimersi su un piano fisico. Charlotte seduce Amerigo con la sua bellezza, con la forza del suo desiderio, facendo breccia sul senso di solitudine che entrambi provano. I due diventano amanti mentre l’amica Fanny preoccupata comincia a intuire che qualcosa non sta andando per il verso giusto. A questo punto Meggy fa uno strano sogno che racconta al marito.
Ero in una bellissima pagoda ed ero felice, credevo d’essere felice, poi accade uno strano suono, come un avvertimento. Ho battuto un colpo e il suono segnalava un’incrinatura e mi sentivo intrappolata e temevo che mio padre sentisse e non volevo chiedere aiuto per non fare sapere nulla a mio padre…
La donna comincia a intuire qualcosa. Quella simmetria perfetta che crede d’aver realizzato in realtà ha un’incrinatura un po’ come la coppa d’oro. Il sogno è un segnale prezioso che giunge dalle sue profondità. E’ un avvertimento che viene dal Sé. Per vivere profondamente la nostra vita come un’opera d’arte dobbiamo imparare ad ascoltarlo. Il Sé è il nostro strumento, la nostra partitura e l’Io Persona diventa così l’interprete di ciò che è stato assegnato. Come possiamo esprimere i nostri talenti nella nostra vita se non impariamo ad agire come gli artisti?  L’artista esprime una profonda verità che porta dentro. La vita perfetta che Meggy sta vivendo in realtà nasconde una profonda menzogna. La pagoda perfetta dove vive è il simbolo del rapporto incestuoso che la lega al padre e può essere letto anche come simbolo dell’utero materno. La donna è orfana di madre e possiamo ipotizzare che abbia trasferito sul padre il rapporto che aveva con la madre. Nel sogno possiamo individuare il segnale del Sé ma anche la complicità di Meggy che non vuole chiedere aiuto al padre. Qui possiamo vedere in azione l’orgoglio ma anche la complicità dell’Io che non volendo chiedere aiuto sceglie di rimanere dentro un rapporto sbagliato.
 Per non destare sospetti i due amanti decidono di vedersi un po’ meno spesso. Amerigo frequenta il suocero e conosce meglio il carattere di un uomo che apparentemente sembra tranquillo, ma in realtà Adam è un uomo violento capace d’uccidere solo per uno sguardo eccessivo.
“ ..io vivo costantemente col batticuore, ho paura di me stesso , di quello che potrei fare se facessero del male a mia figlia…
Quando Adam intuisce che qualcosa non funziona si ritira nelle sue stanze.
Con grande forza di volontà combatte  e vince la violenza che si porta dentro e la sua voglia di vendicarsi. Vince perché attinge dal suo progetto di bellezza. Egli ama la bellezza e sa che seguire i suoi istinti porterebbe dolore e bruttezza nella sua vita e nella vita della figlia e del nipote. Si ritira e cerca nuove soluzioni.
Anche Meggy comincia a sospettare e sarà la coppa dorata che le darà la conferma del tradimento.
La donna entra così nel dolore della verità, ma invece di reagire con rancore e rabbia riesce a mostrare ad Amerigo tutto la sua delusione e il suo dolore.
Affronta i sensi di colpa e la menzogna che esiste nella sua vita. Accoglie il dolore del tradimento rinunciando a esprimere la sua rabbia e la voglia di vendetta. Per realizzare tutto ciò fa forza sul suo amore per quell’uomo. L’agire di Meggy trasforma Amerigo che sceglie la moglie comprendendo che la passione lo stava travolgendo. Anche Adam ha una soluzione al conflitto. Propone a Charlotte, che sta nel dolore, un nuovo progetto. Rinunciare alla passione che porta al tradimento e alla morte per stargli accanto nel suo progetto di dare un museo agli abitanti di American city. Ogni giorno possiamo creare bellezza o bruttezza nella nostra vita, sta a noi decidere d’essere padroni della nostra vita e signori del nostro destino oppure farci travolgere dalla forza delle passioni e degli istinti più bestiali.
Dott . Domenico Carbone      domenicocarbonepsicoterapeuta.blogspot.com
Psicologo – Psicoterapeuta – Antropologo Esistenziale       cell: 332834492

martedì 18 settembre 2012

Si narra che Zeus...






File:Jupiter Smyrna Louvre Ma13.jpg


Si narra che Zeus, arrabbiato con gli uomini, li avesse tagliati in due. Da quel giorno gli esseri umani si sentono incompleti e cercano la propria metà.
In quel periodo anch’io mi sentivo incompleto, tagliato in due. Ero tornato nella mia grotta, avevo curato le mie ferite e poi ero ripartito in giro per il mondo.
Incontravo ogni giorno persone nuove, mi sentivo libero, ma mi mancava la mia metà.
Avevo chiuso un capitolo della mia vita, cambiato città, lavoro, amicizie.
Storie d’amore senza prendere impegni. Ogni giorno vita nuova.
Poi avevo incontrato lei.  Mi ero sentito attratto dalla sua voce sensuale, dalla sua intelligenza. Ci conoscemmo e così molto presto scoprì che era prigioniera di un incantesimo. La sua bellezza che riempiva la mia anima improvvisamente s’offuscava e diventava una bambina capricciosa oppure diventava una vecchia strega. Mi sentivo come un cavaliere che doveva liberare la fanciulla dal drago.
Con astuzia e determinazione riuscì ad uccidere il drago e fuggimmo sul mio cavallo bianco. Era una Renault 10 color celestino, molto comoda e un po’ anzianotta.
Quando arrivammo al porto il sole stava tramontando. C’era una nave in partenza. Ci imbarcammo per giungere all’alba in un’isola che non conoscevo. Fu un viaggio bellissimo pieno di carezze e di scoperte profumate. I miei sensi erano eccitati ed appagati, l’amore aveva vinto.
Mentre dormivamo abbracciati fummo sorpresi dai soldati del drago che di nascosto ci avevano seguito e fummo presi prigionieri.
Il drago non era morto. Le sue ferite erano molto gravi ed avevano prodotto in lui un cambiamento. Stranamente consentiva il nostro amore, ma ci proibiva di vivere insieme.
Di notte continuavo a scrivere poesie d’amore riempiendo fogli di carta che diventavano barchette che lasciavo andare alla corrente. Di giorno combattevo le mie battaglie. Ogni tanto andavo in un laboratorio e facevo esperimenti.
Avevo scoperto che anch’io subivo delle strane trasformazioni. Certe volte mi trasformavo in un bambino arrabbiato e capriccioso. Altre volte diventavo un fanatico terrorista.
Le trasformazioni accadevano senza preavviso ma avevo trovato alcuni rimedi nel laboratorio e cominciavo ad usarli e qualche volta funzionavano.
Potevamo vederci anche di notte. Un giorno finalmente occupammo una casa abbandonata e divenne nostra. Fu bello ma non facile. Il terrorista ogni tanto metteva una bomba, la vecchia strega brontolava ed i bambini capricciosi litigavano, ma i nostri baci erano sempre più appassionati  e i nostri corpi si univano ed io mi sentivo “completo”.
Arrivarono dei doni ma il fanatico terrorista li considerò “tentativi di corruzione dello stato capitalistico borghese” e li ricacciò indietro.
Le nostre lacrime bagnarono il terreno che divenne fertile, nel nostro giardino sbocciarono fiori profumati. Erano gigli di mare bianchi che splendevano sotto la luce della luna.  Poi arrivò un altro dono dal cielo ma questa volta eravamo pronti a riceverlo. Un vecchio saggio ci indicò la strada.
Per andare a prenderlo dovemmo partire per un lungo viaggio e proprio alla fine incontrammo la morte.  Aveva il viso di una donna spaventata. Accanto a lei c’era un bambino con la pelle raggrinzita come quella di un vecchio. Il bambino piangeva aveva fame. Era quello che aspettavamo, era mio figlio, diventavo padre.
Eravamo felici.

Diventare padre, che strana sensazione, pensavo fosse per me impossibile. Ed invece eccomi pronto per diventare padre una seconda volta. Noi siamo e diventiamo. Cambiamenti  veloci, impegni nuovi, emozioni intense.
Le trasformazioni accadevano ancora. Nonostante i rimedi l’incantesimo rimaneva attivo.
Poi giunse una notizia che in una lontana terra oltre l’oceano c’era una strega che poteva aiutarci. Io rimasi con i due figli e lei partì per un lungo viaggio.
Affrontammo la sfida, quando tornò eravamo diversi. Il nostro spazio era cresciuto, avevamo affrontato le sirene ed i mostri ed eravamo giunti a Scheria. Quando raccontammo la nostra storia piacque e fummo riempiti di doni. Divenni padre per la terza volta. Tre maschi ed era giunto il tempo di partire. Lasciare la terra ferma per cercare la mia isola. Fu come un esodo, lasciare le certezze, affrontare l’ignoto. Era un po’ come morire, ma stranamente sentivo un’energia nuova dentro di me. Nella nuova terra cercammo la nostra casa. L’avevo sognata a lungo e finalmente eccola, era lì, qualche piccolo cambiamento e tutto sarebbe andato a posto. Quando tutto sembrava andare per il meglio scoprimmo che il drago si era molto avvicinato. Non era più potente come una volta ma poteva cambiare continuamente la realtà intorno a noi. Cercai nuovi maestri d’arte perché non era più possibile usare la forza. Il drago cancellava la mia vita ed io dipingevo nuovi scenari. A volte dipingevamo con furore, con armonia e maestria. A volte lei strappava le mie tele.
Cercavo un colore speciale, un estratto di una pianta che cresceva dentro una caverna pericolosa. Mi serviva quel colore. Dentro era buio. Sentivo rumori strani. La bestia abitava lì. Un tanfo terribile riempiva l’aria. La bestia dormiva ed accanto c’era il suo pasto, un piccolo fagotto di carne. Mi avvicinai. Il fagotto si muoveva ed emanava una piccola luce. Era una bimba. Aveva gli occhi aperti e mi guardò. Vidi le stelle, vidi tutto l’universo. Dovevo prenderla e fuggire. Presi il fagotto e cominciai a correre con tutte le mie forze. Corsi come il vento, mentre correvo ogni tanto guardavo la bimba e volavo.
Il cielo si riempiva di mille colori, era il momento in cui la notte lascia lo spazio al giorno.
Quando giunsi a casa ero stanco ma felice. Adesso il drago non aveva più potere sulla mia vita. Passarono gli anni, il drago era morto ma aveva lanciato una maledizione.
Quando il primo figlio avrà raggiunto la maggiore età, tutti si ammaleranno.
Quando scoprì l’esistenza di questa maledizione riuscì a fare un antidoto. Su tutti fece effetto, ma il secondo ed il terzo figlio si ammalarono.
Facciamo esperimenti, beviamo lozioni strane. Ogni tanto sembriamo felici, altre volte la disperazione ci assale. Mi domando sempre le ragioni del male. Sono fiducioso. Abbiamo sconfitto tante volte il drago. Riusciremo a sconfiggere la sua maledizione. Accolgo tutto e poi lo trasformo. La felicità è un momento.

martedì 11 settembre 2012

Amore e psiche

Un'altra riflessione sull'amore

Riflessione sull’amore.

di Domenico Carbone
Psicologo, psicoterapeuta, Antropologo Cosmoartista


“ Messeri, vi garba ascoltare una bella storia d’amore e di morte?.....”
Queste sono le prime parole del “Tristano” di J. Bedier e sono parole che subito creano un’attesa, una fascinazione. Sono parole che ci parlano dell’amore romantico, dell’amore cantato e raccontato nei romanzi e nel cinema.
Ma che cosa è l’amore?
Una definizione d’amore è questa
 L'amore è un sentimento intenso e profondo, di affetto, simpatia ed adesione, rivolto verso una persona, un animale, un oggetto, o verso un concetto, un ideale. Oppure, può semplicemente essere un impulso dei nostri sensi che ci spinge verso una determinata persona.
Quindi secondo questa definizione l’amore è un sentimento o un impulso dei nostri sensi.
Nella lingua italiana la parola amore viene usata in vari contesti e mostra diverse sfaccettature.
  • amore familiare, verso i familiari o i parenti
  • amore per gli amici
  • amore per sé stessi
  • amore romantico
  • amore sessuale (considerato da alcuni più un istinto che una vera e propria forma d'amore)
  • amore platonico amore romantico verso qualcosa o qualcuno in cui un eventuale coinvolgimento fisico è solo un mezzo per raggiungere l'amore spirituale
  • amore caritatevole (detto anche carità o misericordia), aiutare i bisognosi, gli affamati, gli animali feriti
  • amore ideale, per qualcosa di astratto o inanimato, come un'idea o un obiettivo
  • amore politico o sociale, per i propri principi, la propria nazione o patria, la propria dignità, il proprio onore e l'indipendenza
  • amore di fede verso qualche essere divino o Dio (detto anche devozione)
Da questo elenco si può evidenziare il fatto che l’amore è sia un sentimento che un’azione. Nel greco antico i termini utilizzati per ciò che noi chiamiamo amore sono in maggior numero e quindi creano meno confusione.
Eros  è l’amore sessuale ,  ma è anche la forza cosmica primigenia. In principio esisteva Nix la Notte, un uccello dalle ali nere. Fecondata dal vento Nix depose il suo uovo d’argento. Dall’uovo balzò un dio con le ali d’oro, Eros, dio dell’amore.  La parte superiore dell’uovo è il cielo, la parte inferiore è la terra ed Eros li spinse all’unione, nascono così Oceano e Teti e poi tutto il resto.
Philia è l’affetto verso l’amico o degli dei verso gli uomini, l’amicizia.
Agape è il dono generoso e disinteressato, l’azione, la carità, l’amore verso il prossimo. Nei vangeli è la parola usata per indicare l’amore.
Himeros è la passione del momento, il desiderio fisico che chiede d’essere soddisfatto.
Pathos è l’amore per ciò che sogniamo
Per Aristotele la Philia si basa sulla capacità di donare e di restituire,  sulla reciprocità. Senza amicizia non può esistere la comunità. Parla dell’amore Platone nel simposio, affermando che l’amore è delirio e follia. E’ il sentimento che afferra l’amante e lo spinge alla ricerca dell’amato. E’ il desiderio di possedere il bene per sempre. Per Platone Amore è figlio di Poro (Espediente) e Pena (Povertà) ed è nato accanto ad Afrodite e per questo motivo è sempre attratto dalla bellezza. Per Empedocle esiste l’amore che unisce e l’odio che separa. Un po’ come la fisica moderna che parla di forze attrattive, come la forza gravitazionale, la forza nucleare debole e la forza nucleare forte e forze che possono essere attrattive o repulsive come quelle elettromagnetiche. L’odio respinge ma nel sadomasochismo tiene uniti. Parla d’amore anche Sant’Agostino  che sviluppò interessanti riflessioni sulle passioni e sui desideri. Ciascuno è ciò che ama. Per Agostino d’Ippona l’amore è il motore della volontà. Ama Dio e fa ciò che vuoi. Il problema è la scelta di ciò che si ama. Anche San Tommaso fa un interessante riflessione sull’amore. Amore è il nome che si dà a tutte le inclinazioni verso qualsiasi tipo di bene. Per San Tommaso l’amore è dono, gratuità ed è molto importante osservare l’effetto dell’amore. Se non c’è bene non è amore, ma concupiscenza.  L’amore ha come effetto l’unione e sviluppa quindi intimità.
Negli anni venti abbiamo vari filosofi che affrontano il tema dell’amore e della relazione Io –Tu tra i quali nominiamo Buber ed il Principio dialogico e G. Faye il quale afferma che l’amore è un'eredità cristiana laicizzata e che è assolutamente negativa. L’assolutizzazione del concetto dell’amore è diventata una patologia che sfocia nel fallimento, nell’odio e nei massacri. Le guerre di religione e i fondamentalismi ne sono una dimostrazione.
Per Freud l’uomo è soggetto a due grandi pulsioni Eros e Tanathos, libido e destrudo , mentre l’amore è una sovrastruttura perché “ c’è una naturale ripugnanza verso il prossimo..(Il disagio della civiltà) “
“ I tempi sono duri ma moderni” dice Godbout nel suo “ Spirito del dono” per affermare che l’homo economicus figlio del capitalismo corre il rischio di essere oggettivizzato e trasformato in un essere cinico e utilitaristico.
Di opposta concezione è invece Fromm che ritiene l’amore un’arte. L’amore è un’attitudine, una capacità. L’uomo ha bisogno d’uscire dalla sua solitudine e l’amore è la risposta sana a questo bisogno. L’amore maturo si raggiunge quando si è raggiunta la capacità di stare da soli perché questa è la condizione prima per sviluppare la capacità d’amare. L’innamoramento rappresenta la caduta delle barriere tra due estranei, ma rappresenta il momento iniziale necessario da cui si parte verso l’amore.
 “ Dare è la più alta espressione di potenza che riempe di gioia colui che dona”. Fromm distingue vari tipi d’amore e designa non tanto un sentimento quanto una continua attività fondata su una scelta, una promessa, un impegno, poiché le sensazioni sono mutevoli. Fromm sottolinea che quest’arte può essere sviluppata se si eliminano alcuni pregiudizi. La maggior parte delle persone ritiene che l’amore significhi essere amati e di conseguenza il problema è come farsi amare, come rendersi amabili. Quindi la corsa al successo, al potere, alla ricerca della bellezza estetica è una conseguenza di questo pregiudizio. Un altro pregiudizio sta nella persuasione che l’amore non è una facoltà ma la ricerca dell’oggetto. Basta trovare la persona giusta e tutto andrà bene. Un altro pregiudizio è la confusione tra innamoramento e amore.
Gli studi psicologici e l’osservazione delle relazioni primarie ci permettono d’avere altre informazioni sull’amore. Ci sono varie fasi nello sviluppo delle relazioni d’amore. Queste sono l’innamoramento, l’attrazione e l’attaccamento. Queste fasi fanno riferimento allo sviluppo dell’Io del bambino e del suo rapporto con la madre. La fase dell’attaccamento è stata ben studiata da Bowlby che individua due tipi d’attaccamento sicuro e insicuro. Le persone che soffrono per un’eccessiva gelosia devono indagare sul tipo di relazione avuta con la madre e come superarla.
 L’innamoramento può essere distinto in quattro tipologie:
Innamoramento fusionale (  intrauterino o oceanico)                                                                  
Innamoramento simbiotico (preedipico o possessivo)
Innamoramento passionale (  edipico o romantico)
Innamoramento maturativo ( adulto o attivo)
Innamoramento fusionale . Riproduce la situazione psichica esistente tra un individuo e la madre nel periodo che va dal concepimento al primo mese di vita.  In questa fase non c’è dualità tra il feto e la madre. A livello adulto si può osservare questo tipo d’innamoramento nelle frasi dette tipo “ tu sei la mia vita” oppure “ senza di te non esisto” . Alcuni omicidi-suicidi fanno riferimento ad una perdita vissuta come la perdita di tutto il piacere della vita .
Innamoramento simbiotico.  Riproduce la situazione psichica tra il bambino piccolo e la madre sino alla fine del secondo anno. Il bambino comincia a percepire la madre come qualcosa distinta da sé. Lui e la madre sono comunque un’unità duale. A livello adulto si ha questa situazione quando si pretende d’essere capito al volo oppure ci si meraviglia che l’altro abbia gusti, interessi, desideri diversi dai propri o quando non si regge il passato del partner.
Innamoramento passionale. E’ la riproduzione dell’amore tra il figlio di 3-5 anni e la madre o la figlia di 3 – 10 anni ed il padre. L’oggetto d’amore è irraggiungibile, è impossibile. La cultura celebra ed esalta questo tipo d’amore. Tristano ed Isotta, Paolo e Francesca,  Giulietta e Romeo. La potenza di quest’amore consiste nel desiderare, nel cercare senza ottenere. Se l’oggetto venisse posseduto l’incantesimo si romperebbe, per questo motivo c’è sempre un ostacolo in modo che l’oggetto possa attirare senza farsi raggiungere. La passione massima è impazzire d’amore per un oggetto irraggiungibile   
Innamoramento maturativo I vari tipi d’innamoramento partono dalla propria storia, se si ripetono in maniera reiterata possono significare una volontà di restare nell’amore infantile o nella volontà di recuperare esigenze infantili prima di passare all’amore maturo.
Da questa veloce carrellata possiamo affermare che l’amore è un sentimento, ma anche una forza naturale, una capacità, ma anche un’azione. Oggi molte coppie si separano perché non sanno passare dalla dimensione dell’amore come possesso all’amore come dono e questo rappresenta il passaggio da una dimensione infantile ad una matura. L’amore maturo non è un punto di partenza, ma un progetto, un punto d’arrivo. Molte coppie si sposano pensando così d’aver realizzato un sogno, ma molto spesso si rivela un incubo, perché come diceva Tolstoj molte volte il matrimonio diventa la tomba dell’amore. L’amore maturo è la capacità di superare la possessività e la volontà di dominio. Per questo dobbiamo essere capaci di convincere il bambino che c’è in noi di diventare adulto rinunciando al possesso per sviluppare la felicità dell’altro. L’altro non è finalizzato a soddisfare le nostre aspettative ed essere il pezzo mancante ma è finalizzato a se stesso e tutto ciò che fa per noi è un dono.
“ L’amore maturo è gioia di condividere e di partecipare sé e le proprie cose. L’amore maturo è il superamento dell’unione simbiotica, della possessività e della volontà di dominio. L’amore maturo, diversamente dall’amore-passione, è un potere attivo che costruisce continuamente il rapporto a due. L’amore maturo è una capacità di darsi e di riprendersi; è una capacità di dare e di ricevere, di darsi nella libertà e di ricevere come dono. L’amore maturo è la capacità di morire all’Io per aprirsi al Tu; è la capacità di morire all’Io e al Tu per aprirsi al Noi; è la capacità di morire al Noi per aprirsi agli Altri”   ( Antonio Mercurio)
Bibliografia:
“L’arte d’amare” di E. Fromm
“Amore e Persona” di A. Mercurio
“Amore, Libertà e colpa” di A. Mercurio
“ L’amore e l’occidente” di De Rougemont
“Lo spirito del dono” di Godbout
“ Opere, Vol I “ Platone
“ Innamoramento e amore” di Alberoni
“ Attaccamento e perdita “ di Bowlby
“ Cammino di crescita verso una bellezza che non muore” di E. Chimienti

venerdì 29 giugno 2012

Riflessione sull’amore attraverso la critica al film“Non ti muovere” di Sergio Castellitto


Riflessione sull’amore attraverso la critica al film:



“Non ti muovere”
di Sergio Castellitto



Le opere d’arte hanno la capacita’ di creare un campo d’energia particolare. E’ un campo che è in grado d’attrarre e di creare processi trasformativi nelle persone coinvolte. L’opera d’arte emoziona, stupisce, ci fa vivere in un’altra dimensione. Sono molti i tesori contenuti dentro un’opera d’arte e la chiave di lettura sophiartistica e’ una chiave per entrare in contatto con il mondo interiore dell’artista e dialogare con lui.” Non ti muovere” di S. Castellitto è un film che ti blocca sulla sedia ma smuove dentro mille emozioni. Non ti muovere perché altrimenti proverai dolore, non ti muovere perché non voglio soffrire, non ti muovere perché vorrei bloccare il tempo perché ho paura di cio’ che verra’. Non ti muovere è un ordine ma anche un desiderio infantile. La vita però non si ferma e nella trama del quotidiano a volte irrompono eventi che deformano il ritmo della nostra esistenza costruita su equilibri che attendono cambiamenti. L’immagine iniziale del film, che mostra un incidente sotto la pioggia, con un‘inquadratura che parte dall’alto ci propone la necessita’ di osservare la vita e la storia dei nostri personaggi  e forse anche la nostra, con una visione piu’ ampia, una visione dall’alto. Possiamo osservare tutta la nostra vita come se fosse un’opera d’arte e collocare cosi’ eventi e situazioni in un contesto piu’ ampio e possiamo dare cosi’ un senso dove sembra che non ci sia. Una ragazza è caduta dal suo motorino, il casco per terra si riempie di pioggia. Un chirurgo sta facendo nel suo ospedale interventi di routine. La sua vita sta per essere sconvolta. Tra poco scoprira’ che nel suo ospedale è stata ricoverata con trauma cranico l’unica figlia Angela di  15 anni, quello che per lui è adesso il “suo amore”. Il chirurgo si chiama Timoteo ed è un professionista affermato, un uomo che è partito da umili origini e adesso sposato con una bella moglie. Per Timoteo il tempo si ferma. Ricordi sepolti riemergono e puo’ osservare la sua vita da un'altra angolatura. Mentre è in attesa dell’intervento si affaccia alla finestra e vede una donna di spalle con un paio di scarpe rosse e una borsa un po’ cafona. La mente sappiamo funziona per associazioni, il dolore che Timoteo sta vivendo lo ha portato ad un altro grande dolore della sua vita, qualcosa che ha vissuto e che ha tenuto solo per se. Timoteo cosi’ ricorda un episodio accaduto quindici anni prima, quando la figlia non era ancora nata. Un pomeriggio assolato, la macchina rotta nella periferia desertica di Roma, la ricerca di un meccanico e poi quell’incontro con quella donna strana, un po’ ranocchia e l’aiuto ricevuto “ io ho un telefono , posso aiutarla”. E poi di nuovo il caldo , il liquore freddo, l’essere ubriaco e quella strana sensazione di poverta’, in quella casa colonica circondata da tanti palazzi nuovi in costruzione. Telefonare e cercare un aiuto e sentire dall’altra parte la voce conosciuta della moglie e riattaccare senza rispondere e poi sentire dentro una voglia strana e lasciarsi andare ad una violenza incontrollata sulla donna che lo ha aiutato. Il borghese in giacca e cravatta, con bella e perfetta moglie e bella casa, si lascia andare ad un istinto sconosciuto ad una violenza per una rabbia che porta dentro e che si scatena contro una donna zerbino. Timoteo forse è arrabbiato con la moglie che ha strutturato una vita libera che forse lui non condivide. Sappiamo che sicuramente è pieno di odio nei confronti del padre che lo ha abbandonato da piccolo e che è morto da poco. Ma se ha odio nei confronti del padre perché scarica la sua violenza su una donna? Forse porta ancora dentro un rancore nei confronti della madre di cui non sappiamo nulla salvo che è morta. Con la moglie non c’è una grande comunicazione. Una moglie che non lo sente e non lo vede. Quando Timoteo lascia sulla sabbia una scritta con la confessione della violenza che aveva esercitato su una donna, la moglie pur passando accanto non la vede. Timoteo è un uomo senza amore che detesta la vita e il mondo che la moglie gli propone. Per lui l’incontro con Italia, questa giovane donna che sembra una prostituta è un occasione per scoprire una parte di se’ che stava seppellita. Italia non reagisce alla violenza anzi accoglie Timoteo come una Cenerentola accoglie il suo principe azzurro. Cosi’ pian piano i due si innamorano e cominciano a raccontarsi e ad amarsi. Timoteo un po’ si vergogna di questa sua relazione con una povera stagionale albanese, mentre la moglie viaggia per andare a trovare giovani scrittori di talento. Con Italia Timoteo è tornato un po’ bambino, come un adolescente gioca a bigliardino, va a ballare ed è felice di stare tra le sue braccia.  Ancora una volta la vita irrompe in questo precario equilibrio con un evento che costringe Timoteo a prendere decisioni. Italia rimane in cinta e Timoteo decide di accogliere questa nuova vita, dira’ tutto alla moglie.  Finalmente potra’ parlarle apertamente,  potra’ raccontare la sua verita’. Ma la moglie ha un altro segreto da raccontare, anche lei è in cinta. Timoteo si lascia sopraffare dal vecchio mondo, dimentica Italia  le racconta bugie e lei decide d’abortire. Quanta violenza ha subito questa donna! Violenza dal padre, violenza da un uomo a cui lei ha offerto il suo amore. Violenza che lei fa a se stessa. Timoteo sembra aver chiuso questa strana esperienza che usciva fuori dall’ordine che lui aveva costruito. Puo’ dimenticare, cancellare, pensare al figlio che verra’, comprare vestitini  per il nuovo arrivo. Ma il passato torna a farsi vedere e lui non ce la fa a vivere nella menzogna. Timoteo è un bugiardo, un traditore, ma è anche un uomo che sa chiedere scusa e quando vede Italia sotto la pioggia la insegue per dirle la verita’, per chiederle perdono. Corre sotto la pioggia con un palloncino rosso in mano, sembra un bambino che ha perso la madre. Ed anche questa volta Italia perdona Timoteo. “Potrai perdonarmi?” dira’ piu’ tardi Timoteo ad Italia, e lei rispondera’ “ Dio ci perdonera’?” e Timoteo  “ Dio non esiste” . Ma allora se Dio non esiste a chi chiedere aiuto nel momento del bisogno. Timoteo sta in ospedale e sua figlia è sotto i ferri a chi chiedere aiuto?
Timoteo ricorda la nascita di Angela e la sua impossibilita’ ad essere felice.
Come poteva  essere felice se sentiva amore nei confronti di Italia e da lei si sentiva riamato? Come poteva essere felice se era lontano dalla donna che lo aveva accolto anche nelle sue parti fetenti e mostruose? Cosi’ Timoteo ricorda il momento in cui finalmente decide di rompere con le regole della sua vita, apertamente, davanti a tutti. Gli artisti si sa, sono capaci di conoscere le regole e poi le sconvolgono, e cosi’ fa Timoteo che ha vissuto una vita dedicata al lavoro e che finalmente sconvolge le sue regole facendo fermare un aereo in decollo e poi scendendo insieme al suo amico a cui confessa la verita’ d’essere innamorato. Timoteo ricorda il momento felice in cui lui e Italia sono partiti per un viaggio che è il loro viaggio di nozze, ritualizzato davanti ad un bicchiere di vino e ad un pezzo di pecorino. La felicita’ appena costruita con un gesto coraggioso di liberta’ e verita’ si rompe nuovamente. Italia sta male, il suo gesto autodistruttivo e vendicativo ha lasciato una forte traccia, la pancia è piena di sangue per un aborto mal fatto. Timoteo fa l’impossibile per salvarla, lotta come un leone, prega Dio, ma tutto è inutile e Timoteo accompagna Italia nel suo ultimo viaggio verso la morte. Mentre in ospedale questi ricordi emergono vivi dentro di lui, la vita gli chiede di fare un’altra battaglia. La figlia è tra la vita e la morte, il cuore batte lentamente. Timoteo lotta, massaggia il suo cuore, le parla fa sentire alla figlia tutto il suo amore e tutto il suo desiderio. Dentro di noi c’è una volonta’ di vivere o di lasciarsi andare, di morire. Vivere o morire? Angela sceglie di vivere, di aprire gli occhi, di perdonare questo padre che la voleva diversa da quella che era e cosi’ Timoteo puo’ scoprire che non c’è un solo amore, ma tanti amori. Si affaccia alla finestra e puo’ immaginare il sorriso di Italia che ancora una volta è venuta a dare il suo amore a quest’uomo. Italia non c’è piu’ ma è dentro il suo cuore e lui puo’ prendere la scarpa rossa e lasciarla per terra e guardare il cielo e ringraziarla. Le ultimi immagini mostrano un uomo che si muove come un ragazzo, che ha capito che l’amore viene e va, che ha capito che l’amore oltre che un sentimento è una decisione. Mostrano un uomo che ha saputo uscire dalla menzogna esistenziale che aveva permeato la sua vita e affrontare ed accogliere tutta la violenza e l’odio che portava dentro e perdonarsi e affrontare i sensi di colpa e ancora una volta sapere attingere dalle energie positive  presenti nel cosmo capire che c’e’ anche tanto amore nella vita e sapere alla fine ringraziare.   



venerdì 22 giugno 2012

Cinema e terapia. Riflessione sul film "The burning plain"


The Burning plain.
(Il confine della solitudine)

di Guillermo Arriaga




Dentro ogni essere umano c’è un progetto
c’è un Sé dove sono scritti i nostri talenti, le nostre potenzialità.
Può accadere che di fronte ad un grande dolore o di fronte ad una colpa
l’Io non sia capace di affrontare il dolore e decida di fuggire.
Così facendo però si fugge dalla propria vita creando una grande menzogna
che copre una grande disperazione.
La vita però bussa alla porta varie volte ed il Sé ci parla dentro e fuori
di noi chiedendoci di riprendere il cammino di crescita interrotto.
Questo è quello che accade a Silvia che aveva deciso di fuggire dalla propria vita
perché piena di sensi di colpa per aver causato la morte accidentale della madre.
I sensi di colpa le avevano impedito di poter godere della propria maternità e
per questo motivo Silvia aveva abbandonato la figlia appena nata
ed il suo uomo che l’amava.
Sotto forma di un messicano il suo Sé si presenterà  però nella sua gelida ed efficiente vita chiedendole di ricordare il suo passato e così Silvia potrà chiedere perdono alla figlia e perdonarsi, creando bellezza dal dolore con l’amore.


Ex pugile, scrittore e sceneggiatore, nel suo primo film, Guillermo Arriaga ci racconta una storia di amore e di dolore, un intreccio tra diversi personaggi separati dal tempo e dallo spazio.
Storie raccontate che s’intrecciano in una mappa spazio temporale in cui amore, gelosia, dovere , vendetta  e perdono si esprimono con forza.
Silvia  è la responsabile di un ristorante di lusso a Portland. Fredda ed efficiente è intimamente percossa da onde tumultuose di un mare in tempesta. Sta sprecando la sua vita passando da un uomo all’altro, disprezza il suo corpo e pensa continuamente alla morte per fuggire da un passato ingombrante. E’ piena di sensi di colpa e di dolore perché due eventi sono rimasti profondamente impressi dentro di lei e  questi ricordi sono presenti nella sua mente ogni giorno.  Gina e Nick si amano in maniera clandestina perché entrambi hanno una famiglia da cui non riescono a staccarsi. Maria è un’adolescente che aiuta il padre nel suo lavoro di pilota. La storia viene raccontata come se fosse un puzzle.
Il regista sembra suggerirci, attraverso la sua scelta stilistica di raccontare la storia sovrapponendo piani temporali diversi, che nell’inconscio il tempo non esiste. La storia ci permette una riflessione su come i sensi di colpa possono rovinare la vita di una persona. Certi eventi non si possono cancellare fuggendo, rimangono sempre presenti dentro di noi.  All’inizio vediamo una casa isolata bruciare in una pianura. Poi una donna affacciarsi alla finestra.  
Dopo aver consumato uno dei tanti rapporti occasionali Silvia guarda fuori dalla stanza ed il mare ed il cielo si fondono e riemerge il ricordo di una terra dove brucia una casa. Silvia ricorda così la sua adolescenza, quando viveva in famiglia con i suoi tre fratelli minori, la madre ed il padre. Una famiglia come tante, con il padre spesso assente per lavoro e madre casalinga. Mariana, questo il vero nome di Silvia, spesso aiutava la madre nell’accudire i  figli.
Gina, la madre, era una buona madre di famiglia ma amava segretamente un uomo Nick, messicano, sposato con figli grandi. Era una storia d’amore impossibile. I due si vedevano segretamente e s’incontravano in una casa isolata nel deserto. Era una storia d’amore ritagliata dentro ciò che è giusto e doveroso. La storia racconta il conflitto che spesso viviamo tra dovere e passione, tra regola e trasgressione.
Silvia ricorda i suoi  sospetti e di come aveva cominciato  a controllare la madre che capendo la sofferenza della figlia aveva deciso di rinunciare a se stessa, tentando inutilmente di porre fine alla storia.
Seguendo segretamente la madre Mariana la vede mentre fa l’amore con il suo amante. La ragazza si sente profondamente tradita e così progetta una punizione, brucerà la casa e così costringerà la madre ad uscire e tutto tornerà come prima. Ma il fuoco è più forte di quanto Mariana possa immaginare ed
arriva sino alla bombola del gas facendola esplodere. Se il progetto di Mariana era quello di separare i due amanti avrà ottenuto invece di averli uniti per sempre nel fuoco della loro passione.
I colpevoli sono stati puniti e bruceranno per sempre nel fuoco dell’inferno.
Il fuoco della loro passione li ha bruciati.
I figli dei due amanti si dividono in colpevolisti e innocentisti. C’e’ chi li condanna per sempre all’inferno e  c’è chi vuole capire. Mariana, figlia di Gina e Santiago, figlio di Nick, vogliono capire e tra di loro inizia una storia d’amore. Si attiva così un nuovo conflitto tra l’amore e l’odio. L’amore che unisce due giovani e l’odio di due famiglie ferite. Ma l’amore è più forte dell’odio e i due giovani fuggono verso una loro vita e da questo amore nasce  una bella bimba. Mariana però si sente in colpa per la morte della madre.
Lei è dominata dal pensiero che una colpa vuole una punizione e per questo motivo non si ritiene degna di ricevere questo stupendo dono della vita.
“ Non me la meritavo” e quindi  fugge lasciando la figlia e l’uomo che amava e da cui era riamata.  L’io di Mariana non è in grado di accogliere il dolore e la sua colpa e si difende con la fuga.
Mariana diventerà così Silvia, una donna bella ed efficiente che spreca la sua vita, incapace d’amarsi e d’amare. Ma la vita che Silvia ha congelato torna nuovamente a bussare alla sua porta. Il suo Sé si presenterà sotto la forma di un uomo sconosciuto, un messicano che le vuole far conoscere la figlia che lei ha abbandonato. Di fronte alla possibilità di ritoccare nuovamente il dolore l’io si difende in tanti modi ed uno di questi è la fuga e Silvia è tentata di fuggire nuovamente rifiutando la realtà. Poi per fortuna cambierà idea e metterà tutta la sua determinazione per cercare di farsi accettare dalla figlia
e farsi perdonare. Potrà così riprendere il cammino interrotto e sviluppare un progetto di coppia e di famiglia che lei stessa aveva distrutto. Potrà riprendere a vivere la sua vita senza fuggire  sviluppando il suo Sé.
Impariamo ad essere artisti della nostra vita superando i sensi di colpa e trasformando il dolore in bellezza.
Il dolore è un energia potente. E’ una forza cosmica. L’Io si difende come può dal dolore con tanti meccanismi di difesa. Impariamo ad elaborare i sensi di colpa, perdonando e perdonandoci, e sviluppiamo un Io-artista capace di manipolare l’energia del dolore creando bellezza.
Così fanno gli artisti creando le loro opere d’arte.
La sophiart propone di vivere la propria vita come se fosse un’opera d’arte.