Faccio questo lavoro da quasi trent'anni anni. La mia formazione è in Antropologia Esistenziale. Ho scelto questo lavoro per passione, lasciando la mia precedente professione di Ingegnere. Sono contento quando con le mie consulenze o con l'analisi riesco ad aiutare le persone ad essere se stesse, superando paure e blocchi.

Iscrizione all'Ordine degli Psicologi della regione Lazio n°3052

venerdì 29 giugno 2012

Riflessione sull’amore attraverso la critica al film“Non ti muovere” di Sergio Castellitto


Riflessione sull’amore attraverso la critica al film:



“Non ti muovere”
di Sergio Castellitto



Le opere d’arte hanno la capacita’ di creare un campo d’energia particolare. E’ un campo che è in grado d’attrarre e di creare processi trasformativi nelle persone coinvolte. L’opera d’arte emoziona, stupisce, ci fa vivere in un’altra dimensione. Sono molti i tesori contenuti dentro un’opera d’arte e la chiave di lettura sophiartistica e’ una chiave per entrare in contatto con il mondo interiore dell’artista e dialogare con lui.” Non ti muovere” di S. Castellitto è un film che ti blocca sulla sedia ma smuove dentro mille emozioni. Non ti muovere perché altrimenti proverai dolore, non ti muovere perché non voglio soffrire, non ti muovere perché vorrei bloccare il tempo perché ho paura di cio’ che verra’. Non ti muovere è un ordine ma anche un desiderio infantile. La vita però non si ferma e nella trama del quotidiano a volte irrompono eventi che deformano il ritmo della nostra esistenza costruita su equilibri che attendono cambiamenti. L’immagine iniziale del film, che mostra un incidente sotto la pioggia, con un‘inquadratura che parte dall’alto ci propone la necessita’ di osservare la vita e la storia dei nostri personaggi  e forse anche la nostra, con una visione piu’ ampia, una visione dall’alto. Possiamo osservare tutta la nostra vita come se fosse un’opera d’arte e collocare cosi’ eventi e situazioni in un contesto piu’ ampio e possiamo dare cosi’ un senso dove sembra che non ci sia. Una ragazza è caduta dal suo motorino, il casco per terra si riempie di pioggia. Un chirurgo sta facendo nel suo ospedale interventi di routine. La sua vita sta per essere sconvolta. Tra poco scoprira’ che nel suo ospedale è stata ricoverata con trauma cranico l’unica figlia Angela di  15 anni, quello che per lui è adesso il “suo amore”. Il chirurgo si chiama Timoteo ed è un professionista affermato, un uomo che è partito da umili origini e adesso sposato con una bella moglie. Per Timoteo il tempo si ferma. Ricordi sepolti riemergono e puo’ osservare la sua vita da un'altra angolatura. Mentre è in attesa dell’intervento si affaccia alla finestra e vede una donna di spalle con un paio di scarpe rosse e una borsa un po’ cafona. La mente sappiamo funziona per associazioni, il dolore che Timoteo sta vivendo lo ha portato ad un altro grande dolore della sua vita, qualcosa che ha vissuto e che ha tenuto solo per se. Timoteo cosi’ ricorda un episodio accaduto quindici anni prima, quando la figlia non era ancora nata. Un pomeriggio assolato, la macchina rotta nella periferia desertica di Roma, la ricerca di un meccanico e poi quell’incontro con quella donna strana, un po’ ranocchia e l’aiuto ricevuto “ io ho un telefono , posso aiutarla”. E poi di nuovo il caldo , il liquore freddo, l’essere ubriaco e quella strana sensazione di poverta’, in quella casa colonica circondata da tanti palazzi nuovi in costruzione. Telefonare e cercare un aiuto e sentire dall’altra parte la voce conosciuta della moglie e riattaccare senza rispondere e poi sentire dentro una voglia strana e lasciarsi andare ad una violenza incontrollata sulla donna che lo ha aiutato. Il borghese in giacca e cravatta, con bella e perfetta moglie e bella casa, si lascia andare ad un istinto sconosciuto ad una violenza per una rabbia che porta dentro e che si scatena contro una donna zerbino. Timoteo forse è arrabbiato con la moglie che ha strutturato una vita libera che forse lui non condivide. Sappiamo che sicuramente è pieno di odio nei confronti del padre che lo ha abbandonato da piccolo e che è morto da poco. Ma se ha odio nei confronti del padre perché scarica la sua violenza su una donna? Forse porta ancora dentro un rancore nei confronti della madre di cui non sappiamo nulla salvo che è morta. Con la moglie non c’è una grande comunicazione. Una moglie che non lo sente e non lo vede. Quando Timoteo lascia sulla sabbia una scritta con la confessione della violenza che aveva esercitato su una donna, la moglie pur passando accanto non la vede. Timoteo è un uomo senza amore che detesta la vita e il mondo che la moglie gli propone. Per lui l’incontro con Italia, questa giovane donna che sembra una prostituta è un occasione per scoprire una parte di se’ che stava seppellita. Italia non reagisce alla violenza anzi accoglie Timoteo come una Cenerentola accoglie il suo principe azzurro. Cosi’ pian piano i due si innamorano e cominciano a raccontarsi e ad amarsi. Timoteo un po’ si vergogna di questa sua relazione con una povera stagionale albanese, mentre la moglie viaggia per andare a trovare giovani scrittori di talento. Con Italia Timoteo è tornato un po’ bambino, come un adolescente gioca a bigliardino, va a ballare ed è felice di stare tra le sue braccia.  Ancora una volta la vita irrompe in questo precario equilibrio con un evento che costringe Timoteo a prendere decisioni. Italia rimane in cinta e Timoteo decide di accogliere questa nuova vita, dira’ tutto alla moglie.  Finalmente potra’ parlarle apertamente,  potra’ raccontare la sua verita’. Ma la moglie ha un altro segreto da raccontare, anche lei è in cinta. Timoteo si lascia sopraffare dal vecchio mondo, dimentica Italia  le racconta bugie e lei decide d’abortire. Quanta violenza ha subito questa donna! Violenza dal padre, violenza da un uomo a cui lei ha offerto il suo amore. Violenza che lei fa a se stessa. Timoteo sembra aver chiuso questa strana esperienza che usciva fuori dall’ordine che lui aveva costruito. Puo’ dimenticare, cancellare, pensare al figlio che verra’, comprare vestitini  per il nuovo arrivo. Ma il passato torna a farsi vedere e lui non ce la fa a vivere nella menzogna. Timoteo è un bugiardo, un traditore, ma è anche un uomo che sa chiedere scusa e quando vede Italia sotto la pioggia la insegue per dirle la verita’, per chiederle perdono. Corre sotto la pioggia con un palloncino rosso in mano, sembra un bambino che ha perso la madre. Ed anche questa volta Italia perdona Timoteo. “Potrai perdonarmi?” dira’ piu’ tardi Timoteo ad Italia, e lei rispondera’ “ Dio ci perdonera’?” e Timoteo  “ Dio non esiste” . Ma allora se Dio non esiste a chi chiedere aiuto nel momento del bisogno. Timoteo sta in ospedale e sua figlia è sotto i ferri a chi chiedere aiuto?
Timoteo ricorda la nascita di Angela e la sua impossibilita’ ad essere felice.
Come poteva  essere felice se sentiva amore nei confronti di Italia e da lei si sentiva riamato? Come poteva essere felice se era lontano dalla donna che lo aveva accolto anche nelle sue parti fetenti e mostruose? Cosi’ Timoteo ricorda il momento in cui finalmente decide di rompere con le regole della sua vita, apertamente, davanti a tutti. Gli artisti si sa, sono capaci di conoscere le regole e poi le sconvolgono, e cosi’ fa Timoteo che ha vissuto una vita dedicata al lavoro e che finalmente sconvolge le sue regole facendo fermare un aereo in decollo e poi scendendo insieme al suo amico a cui confessa la verita’ d’essere innamorato. Timoteo ricorda il momento felice in cui lui e Italia sono partiti per un viaggio che è il loro viaggio di nozze, ritualizzato davanti ad un bicchiere di vino e ad un pezzo di pecorino. La felicita’ appena costruita con un gesto coraggioso di liberta’ e verita’ si rompe nuovamente. Italia sta male, il suo gesto autodistruttivo e vendicativo ha lasciato una forte traccia, la pancia è piena di sangue per un aborto mal fatto. Timoteo fa l’impossibile per salvarla, lotta come un leone, prega Dio, ma tutto è inutile e Timoteo accompagna Italia nel suo ultimo viaggio verso la morte. Mentre in ospedale questi ricordi emergono vivi dentro di lui, la vita gli chiede di fare un’altra battaglia. La figlia è tra la vita e la morte, il cuore batte lentamente. Timoteo lotta, massaggia il suo cuore, le parla fa sentire alla figlia tutto il suo amore e tutto il suo desiderio. Dentro di noi c’è una volonta’ di vivere o di lasciarsi andare, di morire. Vivere o morire? Angela sceglie di vivere, di aprire gli occhi, di perdonare questo padre che la voleva diversa da quella che era e cosi’ Timoteo puo’ scoprire che non c’è un solo amore, ma tanti amori. Si affaccia alla finestra e puo’ immaginare il sorriso di Italia che ancora una volta è venuta a dare il suo amore a quest’uomo. Italia non c’è piu’ ma è dentro il suo cuore e lui puo’ prendere la scarpa rossa e lasciarla per terra e guardare il cielo e ringraziarla. Le ultimi immagini mostrano un uomo che si muove come un ragazzo, che ha capito che l’amore viene e va, che ha capito che l’amore oltre che un sentimento è una decisione. Mostrano un uomo che ha saputo uscire dalla menzogna esistenziale che aveva permeato la sua vita e affrontare ed accogliere tutta la violenza e l’odio che portava dentro e perdonarsi e affrontare i sensi di colpa e ancora una volta sapere attingere dalle energie positive  presenti nel cosmo capire che c’e’ anche tanto amore nella vita e sapere alla fine ringraziare.   



Nessun commento:

Posta un commento